GIOVEDÌ 26 GENNAIO 2023 ORE 21

 

ELIO

Ci vuole orecchio

Elio canta e recita Enzo Jannacci

pianoforte  Alberto Tafuri
batteria  Martino Malacrida
basso e contrabbasso  Pietro Martinelli
sassofono  Sophia Tomelleri
trombone  Giulio Tullio
light designer  Aldo Mantovani
scenografie  Lorenza Gioberti
costumi  Elisabetta Menziani
arrangiamenti musicali  M° Paolo Silvestri
co-produzione  AGIDI, International music and Arts
regia e drammaturgia  Giorgio Gallione



EVENTO FUORI ABBONAMENTO

Ci vuole orecchio 1920x1282

Uno straordinario confronto fra due geni della canzone italiana

“Saltimbanco non guardare, saltimbanco non toccare, non cercare di capire, che un sorriso dalla terza fila non arriva mai.
E il teatro non si tenta, e la vita non si inventa, saltimbanchi si diventa, sì… ma poi… saltimbanchi si muore. Opla!”
Enzo Jannacci

Enzo Jannacci, il “poetastro” come egli amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire… popolare e anticonformista contemporaneamente.
Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. “Roba minima”, diceva Jannacci, barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente.
Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio… chi se non lui! Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora. A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica, alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Beppe Viola a Cesare Zavattini, da Franco Loi a Michele Serra, da Umberto Eco a Fo o a Gadda.
Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”.