GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 ORE 21

 

ALESSANDRO BERGONZONI

in

Trascendi e sali

di
Alessandro Bergonzoni
scene
Alessandro Bergonzoni
produzione
Allibito srl

regia
Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

trascendi e sali per scheda

Un funambolico lavoro orizzontalmente verticale

Certamente, quando Alessandro Bergonzoni scrive, allestisce ed interpreta il suo quindicesimo testo, la domanda che nasce spontanea non può che essere: “Dove ci porterà stavolta la sua personalissima, esilarante e poetica scrittura?” Sicuramente in una zona artistica dove “sicuramente” perde in definizione e in significato, dove l’artista prova a esibirsi negandosi, anzi, celandosi nei vuoti e nelle ombre, non solo quelli materiali e visibili, ma anche quelli creati sciamanicamente dalla sua scrittura.
Cercare di raccontare o descrivere questo delicatissimo momento creativo di Bergonzoni può essere ardua impresa in quanto solo e solamente lui può guidare il suo pubblico verso una meta che in realtà può essere proprio la realtà. O meglio quella realtà che solo gli artisti possono definire e modificare rispetto alla loro immaginazione, al loro genio, alla loro ispirazione.
Dall’alto della sua “pensostruttura”, da lui costruita – un ponteggio in metallo su sfondo rosso – Bergonzoni osserva, fotografa e descrive l’umanità con giochi di lingua rocamboleschi, intraprendendo un arduo percorso per scoprire se le immagini reali di questi anni possono essere modificate con la forza dell’arte.

Trascendi e sali: un consiglio ma anche un comando. O forse una constatazione dovuta ad una esperienza vissuta o solo un pensiero da sviluppare o da racchiudere all’interno di un concetto più complesso. Perché in fin dei conti Alessandro Bergonzoni in tutto il suo percorso artistico, che in questi anni l’ha portato oltre che nei teatri, nei cinema e in radio, nelle pinacoteche nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli ospedali, nelle scuole e nelle università, sulle pagine di giornali quotidiani e settimanali, nelle gallerie d’arte e nelle piazze grandi e piccole dei principali festival culturali, Bergonzoni dicevamo è diventato un “sistema artistico” complesso che produce e realizza le sue idee in svariate discipline per, alla fine, metabolizzare tutto e ripartire da un’altra parte facendo tesoro dell’esperienza acquisita. E tutto questo ad un autore che non ha rinunciato alla sua matrice comica, mai satirica, aggiunge un ulteriore, ovvia, complessità per il suo quindicesimo debutto teatrale. Trascendi e sali arriva infatti dopo Urge e Nessi, spettacoli che hanno inciso profondamente Bergonzoni, in tutti i sensi, aprendogli artisticamente e socialmente strade sempre più intricate e necessarie. Uno spettacolo dove il disvelamento segue e anticipa la sparizione, dove la comicità non segue obbligatoriamente un ritmo costante e dove a volte le radici artistiche vengono mostrate per essere subito sotterrate di nuovo. Trascendi e sali come vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che, magari, riusciranno a scatenare le forze positive esistenti nel nostro essere. Piuttosto che in avanti potrebbe essere, artisticamente, un salto di lato a dimostrazione che a volte per una progressione non è sempre necessario seguire una linea retta. Dove la carta diventa forbice per trasformarsi in sasso, dove il comico si interroga per confessare e chiedere e tornare a indicare quello che evidentemente lui vede prima degli altri. Forse dall’alto delle sue scenografie o nella regia condivisa con Riccardo Rodolfi. Forse. Sicuramente. Sicuramente forse.